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Peperoncino e ortofrutta: nasce un nuovo amore sulla tavola degli italiani

Peperoncino e ortofrutta: nasce un nuovo amore sulla tavola degli italiani

 

Da pochi giorni il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha aperto le porte per “sua maestà” il peperoncino alla filiera produttiva dell’ortofrutta. Questo tanto atteso riconoscimento equipara difatti la produzione di piante aromatiche ad una vera e propria produzione orticola, compresa pertanto all’interno dell’OCM (Organizzazione Comune di Mercato per l’ortofrutta) e “a condizione che siano destinate esclusivamente al consumo del fresco”.

Grande successo quindi per il segmento delle piante aromatiche alimentari in vaso, tra le quali basilico, rosmarino, salvia, origano, maggiorana e menta; ancor di più per il suo re indiscusso, il peperoncino, la cui produzione sta incontrando un numero sempre più elevato di consensi.
Di questo sarà sicuramente d’accordo Remo Di Meo, esperto agricoltore a capo del consorzio CO.PR.A.V.A.L. (Consorzio Produttori Aromatiche in Vaso Alimentari del Lazio), la prima OP ortofrutticola italiana che propone aromatiche alimentari in vaso, aderente all’unione nazionale UNAPROA e nata dalla passione di cinque aziende dalla consolidata storia ortofloricola.
Lo stesso Di Meo afferma:

“Per le nostre associate produrre aromatiche significa coltivare ortaggi a tutti gli effetti. Per noi i vasi sono solo una confezione che prolunga la vita del prodotto. L’obiettivo è raggiungere la completa standardizzazione con l’impiego di codici a barre dall’inizio alla fine del processo produttivo.”

Conclude dicendo:

“Se oggi lavoriamo prevalentemente entro un raggio di 300 Km dalla sede aziendale, la prospettiva a medio periodo è operare sul mercato estero.”

Proprio su di un mercato appetibile come quello estero e a conferma di quanto ci sia ancora da lavorare si esprime l’agronomo Enrico Barcella, tra gli organizzatori dell’evento “peperoncini e aromatiche alimentari in vaso: i nuovi sapori dell’ortofrutta”, sottolineando come ancora oggi non si conosca il corretto codice doganale del peperoncino come pianta alimentare in vaso.

LEGGI ANCHE: Storia del peperoncino

Il mercato ha grosse potenzialità, ma l’Italia possiede le carte in regola per conquistarne una fetta mondiale?

Peperoncino e ortofrutta: nasce un nuovo amore sulla tavola degli italiani

A rispondere a questo quesito, in occasione dell’evento citato, è il dott. Alberto Manzo del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Direzione Generale per la promozione della qualità agroalimentare):

“L’Italia avrebbe tutte le caratteristiche per imporsi come uno dei maggiori produttori a livello mondiale”

e continuando: “abbiamo urgente bisogno di revisionare e rinnovare la normativa in materia, ormai talmente datata da contemplare ancora un controllo diretto da parte dell’erborista sulla produzione delle erbe officinali.”

L’ostacolo dunque è di tipo legislativo, considerato che la legge italiana sulla coltivazione, raccolta e commercio delle piante officinali risale al 6 gennaio del 1931.
Un mercato,quindi, che attualmente stenta a decollare.

A tal proposito lo stesso Manzo sottolinea come la produzione italiana di peperoncini (principalmente legata a Calabria, Basilicata, Puglia e Abruzzo), benché rinomata, sia del tutto insufficiente a coprire il fabbisogno nazionale. Come dargli torto considerato che il 70% circa dei peperoncini che finiscono sulle nostre tavole è importato dai paesi asiatici?

Sul quesito dell’import Egli stesso afferma:

“il problema del riconoscimento di una filiera italiana non è dunque solo una questione nominale, ma anche di tutela della salute del consumatore”.

Peperoncino e ortofrutta… si tratta di un passo importante, ma qual è stato il contributo del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali?

Al fine di favorire la filiera del peperoncino il Mipaaf ha messo in atto fin dal 2013 una serie di azioni tra le quali: definire percorsi di qualità, lavorare alla creazione di un rapporto integrato di filiera, sostenere la competitività delle produzioni italiane (meccanizzazione della raccolta, ad oggi quasi inesistente). Si tratta di azioni importanti, confluite anche nel progetto di ricerca “PEPIC”, coordinato da Teodoro Cardi del CREA-ORT.

Peperoncino e ortofrutta… si tratta di un passo definitivo per la filiera del piccante?

Di certo no, ma sono in molti a sperare in una rapida evoluzione del mercato in tempi relativamente brevi. L’evoluzione di questo settore vorrebbe dire valorizzare anche e soprattutto le regioni del Sud, consentendo a chi le abita di trasformare una tradizione trasmessa da generazioni in una prospettiva futura.

Forti di un “made in italy” che tutto il mondo ci invidia, ci chiediamo: quale location migliore delle nostre terre ricche di storia, tradizioni e…di questo amabile frutto?
Un caloroso “in bocca al lupo” da parte dello staff di peperoncinodicalabria.it a tutti gli agricoltori, imprenditori e commercianti del piccante!

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