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Capsicina: tutto quello che dovresti da sapere

Capsicina

La Capsicina o Capsaicina è il principio attivo del peperoncino, dal quale prende questo nome.

Peperoncino in latino si dice “capsicum” e deriva da “capsa”, che significa scatola, e deve il nome alla particolare forma del frutto (una bacca) che ricorda proprio una scatola con dentro i semi.

La capsicina è l’alcaloide artefice della caratteristica piccantezza, che ha lo scopo originario di allontanare erbivori e funghi, ma che presenta benefici importanti per la nostra salute presente nei frutti (bacche) e nei semi di questa pianta, la capsicina è conosciuta ed apprezzata per la sua azione rubefacente.Tale termine indica la capacità di una sostanza di stimolare l’afflusso di  sangue nella zona con cui entra in contatto.

Nella sua forma pura, la capsicina è inodore, incolore, e non si scioglie in acqua (questa sua caratteristica spiega perché non serva a nulla bere dell’acqua se siamo tormentati dalla piccantezza eccessiva di un peperoncino, ma è molto più opportuno bere del latte freddo o eventualmente mangiare del pane, in quanto una proteina presente nei latticini, la caseina, agglutina la capsicina, rimuovendola dai recettori nervosi).

La Capsicina non è presente solo nel peperoncino

Capsicina

 

Anche altri tipi di peperoni botanicamente vicini al peperoncino , generalmente chiamati peperoni dolci perché non danno sensazione di caldo e piccante, contengono  capsaicina. Il loro contenuto della sostanza chimica è inferiore a quello del peperoncino. Rimangono comunque una buona fonte di capsaicina se consumati regolarmente.

Anche la radice di zenzero (Zingiber officinale) contiene, anche se in piccole tracce, la capsaicina. Sono sufficienti dosaggi infinitesimali di capsicina per provocare una forte sensazione di bruciore; tale stress causa un rapido rilascio di adrenalina, dando una sferzata di energia all’organismo.

Questa prima scarica ormonale è seguita dalla liberazione di endorfine, oppioidi endogeni dotati di una potente attività analgesica ed eccitante. Essa quindi interagisce semplicemente con alcuni termorecettori presenti nella bocca, nello stomaco e nell’ano, che mandano un segnale al cervello come se la nostra bocca o il nostro stomaco “bruciassero”.

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In virtù delle sue proprietà biologiche, la Capsaicina è rientrata nelle formulazioni di numerosi integratori e di diversi cosmetici e con attività diretta sul microcircolo. Quando si mangia peperoncino o si assume capsaicina come supplemento dietetico, la digestione potrebbe beneficiarne aumentando i fluidi digestivi nello stomaco e combattendo i batteri che potrebbero causare un’infezione. La capsaicina può anche aiutare a combattere la diarrea causata da un’infezione batterica. Agisce come antiossidante proteggendo le cellule del corpo dai danni di molecole nocive chiamate radicali liberi e può anche aiutare a prevenire le infezioni batteriche.

Questa sostanza  può anche rendere il muco più sottile e facilitarne la fuoriuscita dai polmoni. Si è anche pensato che possa rafforzare i tessuti polmonari e aiutare a prevenire o trattare l’enfisema.

Alcuni studi hanno dimostrato come la capsaicina sia in grado di attivare il  tessuto adiposo bruno che è quello nemico del sovrappeso e dell’ obesità, in quanto stimola lo smaltimento dell’ eccesso lipidico attraverso la termodispersione per produrre calore Il peperoncino contenente elevate quantità di capsaicina può causare irritazione alle mucose, agli occhi o alle aree in cui la pelle è tagliata; fare sempre attenzione a quando e come si maneggiano questi alimenti. Dopo la manipolazione del peperoncino, lavarsi le mani subito con sapone per rimuovere tutti i residui del composto. Sebbene i peperoni ad alto contenuto di capsaicina siano generalmente considerati sicuri e non presentino alcun rischio durante la gravidanza, sarebbe preferibile non consumarli durante l’allattamento, la capsaicina infatti passa nel latte materno.

Dottoressa Armida Incorvaia
Dottoressa Armida Incorvaia
La dottoressa Armida Incorvaia è una biologa che si occupa con grande passione di nutrizione. Laureata in Scienze Molecolari Biomediche presso l’ Università di Perugia, dopo essersi abilitata all’esercizio della professione si è dedicata ad approfondire le materie nutrizionali facendo si che questo importante tema entrasse a 360 gradi nella sua vita. Volontaria e membro dell’ ADAC-Associazione Disturbi Alimentari Cosenza si occupa di DCA. Membro Attivo dell’ Associazione scientifica Biologi Senza Frontiere, ha partecipato come relatrice in diversi convegni affrontando svariati temi tra cui la malnutrizione e la correlazione tra cibo e sarcopenia
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